Nato a Chicago, Stati Uniti, nel 1973
Vive e lavora a Chicago.
La pratica artistica di Theaster Gates è radicalmente multidisciplinare e include scultura e installazione, musica e performance, interventi su scala urbana e coinvolgimento delle comunità locali. Gates lavora come artista, curatore e promotore di eventi e i suoi progetti stimolano la creazione di gruppi culturali agendo come catalizzatori per un impegno sociale attivo, rivolto a promuovere cambiamenti nei rapporti umani e nella fruizione degli spazi comuni, a rivitalizzare le tradizioni, a intensificare i legami tra le comunità – quella bianca e quella afroamericana – e a instaurare dialoghi e scambi tra culture. Gates ha lavorato in molte città, a partire dalla sua Chicago (West Side), progettando e realizzando iniziative volte alla riqualificazione di aree urbane con interventi estetici e di pianificazione urbana che hanno riattivato la creatività delle persone e l’energia dei luoghi. Il suo metodo di lavoro, che definisce «critique through collaboration», lo porta spesso ad affiancarsi ad altri artisti, ricercatori, architetti, performer e musicisti. La sua poetica guarda all’oggetto quotidiano e ai materiali di scarto come veicoli di significati complessi, che rimandano a loro volta alle persone e ai luoghi di genesi e impiego di tali materiali. La sua estetica è minimalista ma permeata da un forte senso narrativo.
Migration Rickshaw for Sleeping, Building and Playing, 2013, wood, fabric, Huguenot House wallpaper and wheel, 145 × 323 × 69 cm. © Theaster Gates. Courtesy of the artist and White Cube Gallery
Cosmology of the Yard (Whitney Biennial, 2010) era una vera e propria architettura installata nel cortile delle sculture del Whitney Museum di New York che funzionava come spazio comune per performances, appuntamenti pubblici e contemplazione. Gates ha collaborato con diversi artisti in residenza per una serie di performace dal vivo, come il concerto dei The Black Monks of Mississippi.
Gone are the Days of Shelter and Martyr, 2014, duration: 6 minutes 31 seconds. © Theaster Gates. Courtesy of the artist and White Cube Gallery
In 12 Ballads for Huguenot House (Documenta 13, 2012) l’artista ha invitato amici musicisti, artisti e designer a ristrutturare e dare vita al vecchio edificio Huguenot nel centro di Kassel: gli ambienti sono stati arredati con mobili costruiti in loco; gli artisti lavoravano, suonavano e vivevano direttamente nel palazzo; postazioni video riproducevano le registrazioni delle performance che qui si erano svolte nei giorni precedenti. Gone Are the Days of Shelter and Martyr (Biennale di Venezia, 2015) affronta la questione della frequente scomparsa e dello smantellamento e di numerose chiese dei quartieri afroamericani e ispanici in tutti gli Stati Uniti a seguito delle politiche neoliberiste; l’artista realizza diversi lavori con materiali architettonici di recupero, in questo caso le coperture del tetto della sconsacrata St. Laurence Catholic Church. In Ground Rules (Scrimmage) (2015) invece impiega i parquet della palestra di una High School di Chicago. Nei lavori recenti in bronzo e catrame come Gold Tectonic (2017) questi materiali di recupero vengono sostituiti da fusioni in bronzo e diventano eleganti bassorilievi astratti, con forti ascendenze informali. True Value (Fondazione Prada, 2016) è la ricostruzione di un negozio di ferramenta. Qui l’artista accumula con metodico ordine strumenti di lavoro e utensili, che sono così decontestualizzati rispetto al loro luogo di origine e privati della loro funzione di oggetti commerciali e di strumenti di lavoro; la ricontestualizzazione in un ambito artistico sottolinea questa loro doppia valenza (scambio e produzione) e sviluppa una serie di sottili e delicati rimandi al lavoro, agli scambi commerciali e alla relazioni umane ad essi connesse.
Raising Goliath, 2012, 1967 Ford fire truck, magazines, steel and wire, dimensions variable. © Theaster Gates. Courtesy of the artist and White Cube Gallery
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Nato a Chicago nel 1973, Theaster Gates si è laureato in Urban Planning e Ceramics alla Iowa State University (1996) e ha conseguito il Master in Fine Arts e Religious Studies alla University of Cape Town (1998) e il Master in Urban Planning, Ceramics and Religious Studies alla Iowa State University (2006). Tra le mostre personali più importanti si ricordano Black Madonna al Kunstmuseum Basel e allo Sprengel Museum di Hannover, In the Tower e The Minor Arts alla National Gallery of Art di Washington D.C. (2017), Theaster Gates: Black Archive alla Kunsthaus Bregenz (2016), Theaster Gates: True Value alla Fondazione Prada di Milano (2016), 13th Ballad al Museum of Contemporary Art di Chicago (2013), An Epitaph for Civil Rights al Museum of Contemporary Arts di Los Angeles (2011-2012), Temple Exercises al Museum of Contemporary Art di Chicago (2009). Ha partecipato a Documenta 13 a Kassel (2012) e alla Biennale d’Arte di Venezia (2015). Fondatore dell’organizzazione non-profit Rebuild Foundation, Gates è docente al Dipartimento di arti visive dell’Università di Chicago dove coordina il programma “Arts and Public Life”. È rappresentato dalle gallerie Regent Project di Los Angeles, Richard Gray di Chicago e White Cube di Londra.
Riferimenti bibliografici
Helen Stoilas, Theaster Gates: ‘There’s no better Madonna than my mother’, in “The Art Newspaper”, 15 giugno 2018, https://www.theartnewspaper.com/interview/theaster-gates-there-s-no-better-madonna-than-my-mother
Hannah Ellis-Petersen, Theaster Gates on the nuts and bolts of life – all 30,000 of them, in “The Guardian”, 14 luglio 2016, https://www.theguardian.com/artanddesign/2016/jul/14/theaster-gates-nuts-and-bolts-fondazione-prada-milan
Lilly Wei, Theaster Gates, in “Art in America”, 1 dicembre 2011, https://www.artinamericamagazine.com/news-features/magazines/theaster-gates/
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