Nata a Cava dei Tirreni nel 1977
Vive e lavora tra Parigi e Londra
Nell’arte di Marinella Senatore, il video e la fotografia sono il punto d’arrivo di un lungo processo di ricerca artistica fatto nei luoghi e tra la gente. Arte e vita dell’artista s’intrecciano e la sua produzione assume la fisionomia di un viaggio, percorso di formazione personale che si sviluppa attraverso relazioni e incontri; ogni lavoro nasce sull’esperienza del precedente e si evolve nel successivo senza soluzione di continuità. Giovane e brillante esponente dell’arte concettuale, Senatore si distingue per una pratica operativa partecipata che si confronta con le comunità e i luoghi: il progetto non viene mai imposto, come spesso avveniva anche nelle esperienze di arte relazionale degli anni Novanta, ma si pone come processo in fieri, concertato già in fase di ideazione con i partecipanti che per un momento si sottraggono a quel regime di passività imposto agli appartenenti alla «società delle comparse» (secondo la puntuale definizione di Nicolas Borriaud).
Senatore è un’attivatrice di processi: la sua pratica ha come modelli ideali le produzioni cinematografiche e i concerti sinfonici e questo si può ricondurre alla sua formazione e ai suoi studi artistici, musicali, cinematografici. È convinta che tutti possono apprendere gli uni dagli altri. L’artista mette a disposizione le sue competenze di sceneggiatura, fotografia, tecnica audiovisiva e contemporaneamente apprende dai suoi gruppi di lavoro, di dimensioni sempre più grandi, con i quali si confronta. Autoapprendimento. I laboratori organizzati da Senatore diventano momento di socializzazione, scoperta o riscoperta di identità collettive e fatti di storia; diventano un racconto corale, attraverso il quale le comunità propongono un ritratto di sé stesse.

Reference of galleries: SMAC Gallery, Cape Town and Laveronica arte contemporanea, Modica.
All the Things I Need (2006) è realizzato all’interno della Galleria Civica di Trento e insiste sull’idea delle coincidenze. Manuale per viaggiatori (2007) nasce dalla volontà di coinvolgere la popolazione che vive attorno al MADRE di Napoli. Speak Easy (2009) è il primo lavoro integralmente sviluppato dagli stessi partecipanti, gli studenti dell’Università di Madrid e i pensionati residenti a Leganés, coinvolti nella stesura della sceneggiatura, nella costruzione dei set e nella raccolta fondi; il video racconta diverse storie ambientate nella New York degli anni Cinquanta ripercorrendo alcuni cliché del cinema hollywoodiano. Alcune convenzioni proprie dell’industria del cinema e dello spettacolo, come le audizioni e il casting, sono completamente ribaltate e in generale ogni meccanismo di selezione, e esclusione, diventa ora occasione di coinvolgimento. Nui Simu (2010) è un video di 18 minuti, pensato insieme a una comunità di ex minatori delle zolfatare e realizzato con la partecipazione di oltre 300 cittadini di Enna e la collaborazione degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Catania; nel video realtà e finzione si contaminano e alle storie dei minatori si alternano sequenze relative allo stesso processo di realizzazione dell’opera.

Estman Radio Drama (Biennale di Venezia, 2011), prendendo ispirazione dai documenti relativi alla vita e alle lotte operaie a Porto Marghera, coinvolge operai, pensionati e studenti di Ca’ Foscari e dello IUAV, in un momento di riflessione sulla storia del territorio e del polo petrolchimico; sviluppando l’opera come un radiodramma, l’interesse dell’artista si rivolge non ai molti aspetti negativi della vita in Laguna ma al valore dell’attivismo politico e sociale generatosi negli anni Sessanta e Settanta. Rosas (2012) è un progetto partecipativo ancora più grande, fatto nelle strade, coinvolgendo tre diverse istituzioni a Berlino, Derby e Madrid e oltre 20.000 persone: anche le convenzioni e i limiti delle pratica artistica contemporanea sono superati. Infine The School of Narrative Dance (varie tappe, la prima a Berlino nel novembre 2012) è il progetto ancora in corso che vede la collaborazione con le coreografe del ESPZ e l’apertura verso le potenzialità espressive offerte dalla danza. La luce è l’altro elemento fondamentale della pratica artistica di Senatore, in grado di suggerire le suggestioni di un luogo, reale o meno, di ricreare l’atmosfera, di determinate situazioni e rimandare a un tempo passato. Questo si riscontra già nei primi lavori, nella serie di fotografie Places (2004) e nelle installazioni Memeland (2005) e Setting (2008), scenografie silenziose che sembrano aspettare l’arrivo degli attori protagonisti.
Piazza Universale/Social Stages, 2017, installation view at Queens Museum, NYC. Photo Hai Zhang. Courtesy of the artist. Reference of galleries: SMAC Gallery, Cape Town, Laveronica arte contemporanea, Modica and Galeria Pedro Cera, Lisbon.
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Dopo il Diploma in violino al Conservatorio di Avellino (1997) e il diploma di Liceo artistico a Napoli (1998), Marinella Senatore ha frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove si è diplomata come direttore della fotografia (2001), e il corso di laurea in Nuevas tendencias artísticas presso l’Università di Castilla-La Mancha (2008-2012). È stata professore associato presso l’Università Complutense di Madrid, l’Università di Castilla-La Mancha e alla NABA-New Academy of Fine Arts di Milano. Tra le mostre personali più importanti si ricordano TBT al Kunsthraum Innsbruck (2018) e al Van Abbemuseum di Eindhoven (2019), Piazza Universale / Social Stages al Queens Museum di New York (2017), The School of Narrative Dance Paris al Centre Pompidou di Parigi (2017), Zurich Parade alla Kunsthaus Zurich (2017), Public Secrets alla Kunsthalle di St. Gallo (2014), al Mendes Wood di San Paolo (2016) e al Mot International di Bruxelles (2016), The School of Narrative Dance, Roma al MAXXI di Roma (2014), Marinella Senatore. Costruire Comunità – The Parade al Castello di Rivoli e al Museum of Contemporary Art di Santa Barbara, California (2013), Abierto por obras al Matadero Centro de Creación Contemporánea di Madrid (2012), Rosas al Viafarini DOCVA di Milano (2012), Perfect Lives al Künstlerhaus Bethanien di Berlino (2012), Roommates al MACRO di Roma (2011), Pleure Qui Peut, Rit Qui Veu (8° Premio Furla) a Palazzo Pepoli a Bologna (2008), Marinella Senatore al Museo Fundación Antonio Pérez di Cuenca (2007), Manuale per i viaggiatori al Madre di Napoli (2007), All the things I need alla Fondazione Adriano Olivetti di Roma (2006). Ha partecipato a Manifesta 12 a Palermo (2018) alla 13eme Biennale de Lyon (2015), alla 4a Biennale di Atene (2013), alla III Biennale internazionale di Mosca (2012), alla 11a Bienal de La Habana (2012), alla 54a Biennale d’Arte di Venezia (2011). Le gallerie di riferimento sono Smak Gallery di Città del Capo e LaVeronica arte contemporanea di Ragusa. Sito dell’artista: marinella-senatore.com.
Riferimenti bibliografici
Cecilia Canziani, Marinella Senatore, in “Flash Art Online”, #262 (febbraio – marzo 2007), http://www.flashartonline.it/article/marinella-senatore-2/
Marcella Beccaria, Marinella Senatore. Costruire Comunità, in Marinella Senatore, Costruire Comunità / Building Communities, Mousse Publishing, Milano 2014
Salvatore Peluso, Manifesta 12. Marinella Senatore e la coreografia di una città, in “Domusweb”, 12 luglio 2018,https://www.domusweb.it/it/speciali/manifesta/2018/manifesta-12-marinella-senatore-e-la-coreografia-di-una-citt.html
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