Dinos Chapman è nato a Londra nel 1962
Jake Chapman è nato a Cheltenham nel 1966
Vivono e lavorano a Londra
Jake e Dinos Chapman ci presentano da anni un universo popolato di figure grottesche e violente, ibridi e mutanti, vittime e carnefici, spesso ambientati in scenari dominati dalla sofferenza e dalla malvagità. La violenza raggiunge il suo parossismo e, come avviene nel cinema splatter, si assiste a un cambio di segno e comincia ad albergare nelle piaghe di queste narrazioni deliranti il germe dell’ironia. Teschi ricoperti di mosche e vermi sui quali, ogni tanto, appare il naso di plastica dei clown, teste mozzate con un fallo al posto del naso, strani corpi di bambini deformi o moltiplicati con un ano al posto della bocca, due nazisti che si sodomizzano, figure crocifisse con un panino di McDonald al posto della testa. Sono questi motivi ricorrenti e prediletti dagli artisti che danno luogo ad un corpus di lavori plastici vasto e complesso. Ritornano alcuni temi – il nazismo, l’olocausto e, in generale, le sofferenze causate dalla guerra – che sono trattati con insistenza, con intento dissacrante e certamente privi di ogni retorica. Temi in un certo senso tabù, a partire dal nazismo e dalla violenza sui bambini.
Hell (1996-2000) è il primo imponente lavoro che ricostruisce un campo di concentramento attraverso un diorama popolato da oltre 30.000 soldatini di piombo, dipinti a mano; il lavoro, negli infiniti dettagli, rappresenta truppe naziste intente a torturare, stuprare e compiere ogni genere di violenza sui prigionieri. Lo scenario è apocalittico, pullulante di corpi e di situazioni shoccanti e rimanda ai quadri di Pieter Bruegel e di Hieronymus Bosch. Distrutto, ironia della sorte, da un incendio questo lavoro è stato sostituito da un altro ancora più ambizioso, Fucking Hell (2008) e affiancato da The Sum of All Evil (2012-13), nella fattispecie ispirato al massacro del Babi Yar dove i nazisti uccisero in due soli giorni 34.000 ebrei ucraini.

34,5 x 37,5 x 24,5 cm. Photo: Julie Joubert. Courtesy of the artist and Blain|Southern Gallery, Berlin / London / New York
Da sempre affascinati da Francisco Goya e dai lavori del pittore spagnolo ispirati agli orrori della guerra, i fratelli Chapman si sono confrontati ripetutamente con la serie Los desastres de la guerra. Nel 1991 hanno riprodotto in miniature tridimensionali alcune scene della serie (Disaster of War, 1993) e nel 1999 hanno realizzato un corpus di incisioni dipinte a mano liberamente ispirata a Goya. Al 2003 risale il loro lavoro più controverso: l’acquisto di una serie originale completa di 80 incisioni e l’intervento pittorico direttamente sugli originali con l’aggiunta di teschi, facce di clown e di altri esseri mostruosi (Injury to insult to Injury, 2004). Operazione analoga è fatta su riproduzioni della serie Los Caprichos, sempre di Goya, (Like a dog returns to its vomit, 2005), o su quella di Hogarth Rake’s Progress (Dinos and Jake’s Progress, 2007). From the Blackened Beyond (2011), il nuovo lavoro su Los desastres de la guerra, consiste nell’annerire i soggetti degli originali fino a renderli quasi irriconoscibili. Lo stesso procedimento gli artisti lo applicano a una serie di tredici acquerelli originali dipinti da Adolf Hitler che vengono arricchiti con colori brillanti, forme psichedeliche e arcobaleni lisergici (If Hitler Had Been a Hippy How Happy Would We Be, 2008): cadono gli stereotipi, il male è dissacrato e disinnescato, l’assuefazione della gente ad esso irrimediabilmente scossa.
Infine l’amore per l’etnografia, che, come due antropologi impazziti, rileggono e ibridano ancora una volta con segni della cultura contemporanea. Chapman Family Collection (2002) è una raccolta di 24 sculture in legno che sembrano a tutta prima degli autentici feticci dell’africa subsahariana, con tanto di patine sacrificali e segni di usura, ma risultano essere delle creazioni ex-novo dei due artisti inglese, i quali scolpiscono e inseriscono qua e là chiari riferimenti all’arte contemporanea e al consumismo – come il celebre panino, le patatine e il ritratto del fondatore di McDonald, la più grande e nota catena di fastfood.

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Jake e Dinos Chapman sono nati rispettivamente a Londra nel 1962 e a Cheltenham nel 1966. Conseguono il MFA presso il Royal College of Art di Londra e cominciano a lavorare insieme nel 1990. Tra le mostre personali si ricordano Jake & Dinos Chapman: March of The Banal allo ARoS Aarhus Kunstmuseum (2018), The Disasters of War al Museo Goya di Saragozza (2017), The Nature of Particles al Magasin III di Stoccolma (2016), Chicken al Pinchuk Art Centre di Kiev (2013), Come and See alla Serpentine Sackler Gallery di Londra e alla DHC di Montreal (2013), The End of Fun all’Ermitage di San Pietroburgo (2012), The Childrens Art Commission alla Whitechapel Gallery di Londra (2010), Jake and Dinos Chapman al Museo Pino Pascali di Bari (2010), When Humans Walked the Earth alla Tate Britain di Londra (2007), Explaining Christians to Dinosaurs alla Kunsthaus Bregenz (2005), The Marriage of Reason and Squalor al CAC di Malaga (2004), Jake and Dinos Chapman al Groninger Museum (2002), Chapmanworld all’ICA di Londra e al Grazer Kunstverein di Graz (1996). Erano presenti alla 47a Biennale d’arte di Venezia (1997).
Sono rappresentati dalle gallerie Blain|Southern di Berlino, Londra e New York e dalla David Risley Gallery di Copenhagen. Sito degli artisti: www.jakeanddinoschapman.com
Riferimenti bibliografici
Helen Delaney, Jake and Dinos Chapman, in Penelope Curtis [a cura di], Tate Britain Companion. A Guide to British Art, Tate Publishing, Londra 2013
Kelly Grovier, Art Since 1989, Thames&Hudson, Londra 2015
Sam Jones, Chapman brothers reunite with Goya’s art 16 years after defacing it, in “The Guardian”, 17 novembre 2017 https://www.theguardian.com/artanddesign/2017/nov/17/chapman-brothers-reunite-francisco-de-goya-art-spanish-exhibition
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